Ti vidi in mezzo al blu
tra schizzi d’acqua a riprendere fiato.
A stento tornasti a riva
imprigionato da demoni d’oro.
Chi teneva le gambe? Chi le braccia?
Crisi o nuova fioritura.
Morte silenziosamente soffocata
come balzo luminoso al cielo.
Per far nascere questo sito, con la Graphic Designer Marina Renzi siamo partiti da là. Da quella spiaggia. Quando si nasce veramente? È la domanda che mi sono fatto. O forse: quante volte siamo in grado di nascere?
Quel giorno Marina mi aspettava nella sua cucina, sul fuoco il caffè, rigorosamente di moka. Iniziammo semplicemente a parlare. Per una buona mezz’ora idee campate in aria, a volte strampalate che paino piano come un setaccio si selezionavano da sole. Io la pensai una fase imbuto, mentre Marina mi parlo di un calendario Maya. Ogni ciclo vitale, mi disse lei, ha più fasi. Quella davanti al caffè è la raccolta delle informazioni. Quali mi chiesi? Se stiamo parlando di lavoro bisogna parlare di progetti, idee, target, clienti. Ma se sei nel pieno di un calendario Maya, le informazioni sono quelle che parlano di te.
Dici forse dove hai studiato? O quello che so fare? Pensai a mente rumorosa. No, no, rispose lei. Le informazioni che parlano di te. I tuoi gusti, ciò che leggi, ascolti o guardi. Chi prendi a modello, chi ti ispira. Le immagini che senti a te vicine.
Tutto questo nel tempo di un caffè? Eh no. Questo si fa da soli. Perché davanti al caffè si aprono i canali, ci si mette in ascolto, mentre quando sei da solo, raccogli, riordini, rielabori, centri e scegli.
Per quello le parole sono un mondo aperto a tutti. Non è la conoscenza della grammatica corretta che la fa scendere ma silenzio che le precede. Perché ogni atto creativo è preceduto dal silenzio. Nella musica, nel teatro e nella danza. Ma anche nei tuffi, nei salti, nel tiro libero o nel calcio di rigore.
E allora la costruzione di un sito parte dal silenzio. Dalla fiducia di farsi tenere per mano da chi non ti parla marketing o comunicazione ma ti riempie le tasche di domande. Cosi ha iniziato a fare Marina Renzi, facendomi dimenticare il perché mi trovavo da lei. Aprendo le porte della mia creatività e camminandoci dentro a piedi scalzi. In silenzio.